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(Con)vivere con il tumore al seno

Dieta

Durante la terapia è importante consumare un’adeguata quantità di proteine. Una dieta ricca di verdure a foglia verde è utile per affrontare il tumore e le sue terapie. Bere molti liquidi aiuta a eliminare le tossine dall’organismo e a mantenere un’adeguata idratazione. È indicata la dieta mediterranea. Un regime dietetico adeguato ed equilibrato non solo garantisce un apporto di nutrienti ottimale, in grado di soddisfare i fabbisogni dell’organismo, ma permette anche di ricevere sostanze che svolgono un ruolo protettivo e/o preventivo nei confronti di determinate condizioni patologiche.

Sport, attività motoria e relax

Una sana alimentazione associata a uno stile di vita attivo è uno strumento valido per la prevenzione, la gestione e il trattamento del tumore al seno. È in grado anche di ridurre il rischio di una recidiva. L’attività fisica apporta benefici per tutto il corpo e mantiene l’organismo sano ed efficiente. È un vero toccasana anche per la salute psichica favorendo il benessere mentale, riducendo stress, umore depresso e problemi emotivi. L’attività motoria è uno strumento valido per abbattere gli effetti collaterali di varie terapie (quali p.e. l’osteoporosi in seguito alla terapia antiormonale, polineuropatie etc.), lenisce i sintomi della malattia tumorale (p.e. fatica, spossatezza, cachessia) e migliora decisamente la qualità di vita.

Trovate l’equilibrio giusto tra relax, movimento e lavoro. Tra un lavoro e l’altro trovate dei momenti per voi stesse –rilassatevi p.e. con lo yoga. Prendetevi il vostro tempo e fate ciò che vi piace fare – la vostra psiche e il vostro fisico ve ne saranno grati.

Psicooncologia

Per non farsi prendere dallo sconforto
L’impatto psicologico della diagnosi di cancro al seno è spesso devastante. La rabbia è spesso una delle prime reazioni emotive che una persona prova al momento della diagnosi, ma può svilupparsi in qualsiasi momento durante il trattamento o anche dopo la guarigione. Si prova rabbia per il modo in cui il cancro ha interrotto la propria vita, per la maniera in cui gli altri hanno reagito alla diagnosi, per la difficoltà di prendersi cura di sé stessi e per mille altre ragioni. Spesso si aggiungono tristezza, disperazione, ansia, panico, vulnerabilità, impossibilità di pensare e agire.
Ad alimentare rabbia ed ansia, poi, contribuiscono anche gli effetti collaterali dei trattamenti contro il cancro: come i disturbi del sonno, l’affaticamento, il dolore, la nausea.

Spesso, per esempio, non ci si rende conto che si indirizza la rabbia e l’ansia verso le persone che ci circondano e ci sono più vicine, rischiando di fare loro male ma anche di privarci di quel supporto di cui abbiamo bisogno. L’ansia può avere un pesante impatto sulla “quotidianità”, sul benessere mentale (per esempio facilitando l’insorgenza della depressione), dar luogo a problemi di relazione e in alcuni casi ridurre le motivazioni per affrontare la malattia.

Gestione effetti collaterali

Quali possono essere gli effetti collaterali?

La manifestazione e l’intensità dei problemi dovuti agli effetti collaterali del trattamento antitumorale dipende dalla terapia, dai farmaci somministrati e dal loro dosaggio. Ovviamente dipende anche dal sistema immunitario del soggetto colpito. Oggigiorno abbiamo a disposizione vari metodi di prevenzione e di trattamento degli effetti collaterali. Eccone alcuni:

Nel periodo successivo all’intervento al seno, è in genere consigliabile:

  • Evitare pratiche mediche (come trasfusioni, iniezioni, misurazione della pressione) dal lato dell’arto operato.
  • In caso di punture d’insetti, abrasioni o scottature disinfettare la zona (l’asportazione dei linfonodi potrebbe predisporre il braccio a possibili infezioni).
  • Non sollevare oggetti eccessivamente pesanti, cercando piuttosto di distribuire correttamente i carichi anche sull’arto non operato.
  • Non sottoporre il braccio a sforzi prolungati o lavori particolarmente pesanti (lavare vetri, stirare ecc.)
  • Indossare guanti protettivi durante lavori dove è possibile procurarsi tagli e/o ferite.
  • Evitare di portare la borsetta dal lato dell’arto operato.
  • Evitare fonti eccessive di calore o di freddo. L’abbronzatura può essere presa integralmente su tutto il corpo, purché l’esposizione sia graduale e non durante le ore più calde, proteggendo comunque sempre bene la pelle con creme solari. I bagni di mare o in piscina non sono assolutamente controindicati.
  • Evitare, per chi sta facendo radioterapia, di esporsi alla luce solare o ai raggi UV. Anche successivamente è bene avere una particolare cautela poiché la cute irradiata rimane più vulnerabile a tutti gli agenti irritanti (chimici e fisici)
  • Cercare, quando si è sdraiati, di tenere in posizione elevata l’arto (ad esempio, mettendo un cuscino sotto il braccio).
  • Utilizzare creme emollienti su tutto l’arto e sulla cicatrice (se rimarginata).
  • Indossare sempre un reggiseno, possibilmente in fibre naturali, che sia alto lateralmente e con spalline larghe per evitare l’effetto “laccio”; in tal modo è possibile ottenere un buon contenimento e sostegno senza costrizioni eccessive (evitare invece guaine, bustini troppo stretti o ferretti che possono creare irritazioni o traumatismi).

La radioterapia provoca cambiamenti a livello cutaneo nel 90 % dei casi.

Gli effetti più comuni sono: disidratazione accompagnata da prurito e desquamazione, radiodermiti (infiammazione nelle aree trattate con arrossamenti, irritazione, desquamazioni, dolore, vesciche), cambiamenti della pigmentazione.

Gli effetti collaterali dovuti alle radiazioni si verificano a partire dalla seconda metà della terapia e si risolvono poco dopo l’interruzione del trattamento.

Consigli per le settimane precedenti la radioterapia
Nelle settimane prima dell’inizio della terapia è bene preparare la pelle utilizzando oli lavanti oppure unguenti iperidratanti per idratare in profondità rinforzando le difese cutanee. Per evitare eritemi o problemi legati ai raggi UV, evitare di esporsi al sole.

Consigli per il pre-radioterapia 
Non applicare nessuna tipologia di creme, emulsioni, deodoranti, profumi o oli sulle zone destinatarie del trattamento per almeno 24 ore prima dell’inizio della sessione. La pelle deve essere perfettamente detersa e asciutta, qualsiasi altra sostanza potrebbe aumentare la tossicità dei raggi sulla superficie della pelle.

Gli effetti collaterali della terapia anti-ormonale dipendono dal blocco degli ormoni femminili nel corpo. La maggior parte degli effetti collaterali sono quindi simili ai disturbi della menopausa: questi sintomi – vampate, sudorazioni notturne, nausea, disturbi del sonno, ritenzione dei liquidi e aumento del peso, sbalzi d’umore, irritazione e perdite vaginali, diminuzione del desiderio sessuale, inspessimento dell’endometrio – sono spesso più intensi rispetto alla menopausa naturale.

Consigli pratici dell’ormonoterapia

Vampate
Per molte donne le vampate o altri sintomi tipici della menopausa possono influire sul benessere generale e sulle attività della vita quotidiana.
I seguenti consigli possono aiutare a tenere sotto controllo vampate e sudorazioni notturne:
+ indossare abbigliamento leggero, di cotone o seta;
+ vestirsi a strati, che possono essere tolti o messi secondo la necessità;
+ impiegare spray con acqua (anche termale) o fazzoletti umidi per rinfrescarsi;
+ usare un ventilatore;
+ se non si riesce a dormire bene durante la notte, provare a trovare tempo per riposare di giorno;
+ praticare regolare esercizio fisico leggero, come una passeggiata;
+ tentare di smettere o di diminuire il consumo di sigarette e alcool;

Rilassamento
Molte donne trovano che, riducendo lo stress, i sintomi sono meno intensi. Lo stress può essere causato da molteplici fattori che variano da persona a persona.
Ogni donna dovrebbe imparare ad individuare le sue fonti di stress in modo da poterlo diminuire e, dove è possibile, eliminarlo definitivamente. Per raggiungere tali obiettivi può essere utile praticare tecniche di rilassamento o di respiro controllato, imparare a delegare oppure a farsi aiutare per determinate incombenze.

Alimentazione
Alcuni cibi possono provocare le vampate, come ad esempio cibi piccanti, caffeina o alcool. Ogni paziente dovrà scoprire quali sono gli alimenti che fanno scattare in lei le vampate, per poterne così limitare il consumo o eliminarli del tutto dalla propria dieta. Alcune donne preferiscono consumare tanti piccoli pasti piuttosto che pochi pasti ricchi ed abbondanti. Una alimentazione sana ed equilibrata può anche aiutare a perdere il peso in eccesso, che spesso è una conseguenza dei farmaci anti-ormonali.

Dolori e rigidità alle articolazioni
Questo disturbo si manifesta principalmente al mattino o dopo un’immobilità prolungata. Qualche volta migliora spontaneamente col tempo.
È più comune nelle pazienti in trattamento con inibitori dell’aromatasi, ma può essere associato anche a Tamoxifen o LHRH analoghi. Se si provano frequenti dolori alle articolazioni, si può chiedere consiglio al medico di fiducia, all’oncologo o all’infermiera di senologia. In certi casi è possibile alleviare i dolori con farmaci antinfiammatori.
L’attività fisica, per es. camminare o fare ginnastica, può essere d’aiuto.

 

La chemioterapia ha un effetto diverso su ogni paziente. Alcune pazienti sviluppano solo pochi effetti collaterali, mentre altre ne manifestano di più. I diversi farmaci chemioterapici possono del resto comportare effetti collaterali differenti. Normalmente gli effetti collaterali sono solo temporanei.

Alcuni degli effetti collaterali più frequenti sono:

Soppressione del midollo osseo
La chemioterapia può avere degli effetti sul midollo osseo, la parte interna dell’osso in cui si producono le cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine/trombociti). Questo significa che la produzione di tali cellule sarà diminuita e/o rallentata.
Prima e dopo ogni ciclo di chemioterapia sono effettuati regolarmente dei prelievi di sangue per verificare che i valori delle cellule siano al disopra del livello di sicurezza.
Capita che i valori siano diminuiti a un livello tale da rendere necessario un rinvio del trattamento. In generale, le cellule del sangue si rigenerano rapidamente e il rinvio del trattamento non supera di solito una settimana.
Sono in particolare i globuli bianchi ad essere indirettamente colpiti dalla chemioterapia. I globuli bianchi servono normalmente a combattere le infezioni. Per questo motivo, le infermiere e i medici avvertono le pazienti quando il numero totale dei globuli bianchi è basso e danno consigli su come evitare che insorgano infezioni. Qualche volta, quando il numero dei globuli bianchi rimane basso a lungo o si sviluppa un’infezione, viene somministrato sottocute un farmaco denominato G-CSF (un fattore di stimolazione della produzione dei globuli bianchi), che aiuta ad aumentarne rapidamente il livello. Tale farmaco può essere somministrato anche immediatamente dopo la somministrazione di alcuni tipi di chemioterapia, in cui il rischio di infezione è elevato.
È importante informare al più presto il medico di fiducia o l’ospedale dove ci si sottopone alla chemioterapia qualora dovesse presentarsi qualsiasi sintomo d’infezione, come ad esempio febbre (oltre 38°), brividi, malessere o mal di gola.
Poiché la chemioterapia può ridurre il numero di piastrine/trombociti (che aiutano il sangue a coagulare), potrebbe accadere che durante il trattamento si presentino più spesso dei lividi, delle emorragie nasali o sanguinamenti delle gengive durante l’igiene orale. Se dovesse manifestare uno di questi sintomi, è consigliato rivolgersi all’ospedale dove ci si sottopone alla chemioterapia. Si potrà ricevere una trasfusione di piastrine/trombociti, anche se ciò si rende necessario solo in casi rari, in quanto i valori normalmente si normalizzano da soli dopo qualche giorno.
I globuli rossi risentono meno dell’effetto della chemioterapia ma la loro diminuzione progressiva (anemia) può causare diversi disturbi, per es. stanchezza, mancanza di fiato, accelerazione del battito cardiaco. In alcuni casi è necessario ricevere una trasfusione di sangue e più raramente un farmaco, chiamato eritropoietina, che stimola la produzione di globuli rossi.

Nausea/vomito
La nausea e il vomito sono in generale molto meno frequenti che in passato per la disponibilità di farmaci molto efficaci che possono prevenirli. La loro comparsa dipende inoltre dai chemioterapici che vengono somministrati e dalla loro combinazione.
Nausea e vomito possono iniziare subito dopo la somministrazione della chemioterapia ma anche diverse ore dopo. Possono durare qualche ora, più raramente diversi giorni. Possono di solito essere eliminati o perlomeno attenuati dalla somministrazione di antiemetici. È importante informare il medico di fiducia o l’ospedale dove ci si sottopone alla chemioterapia, soprattutto se i disturbi sono prolungati e gli episodi di vomito sono frequenti.
Raramente è necessario somministrare farmaci antinausea e liquidi in vena.

Per prevenire la nausea si raccomanda di:
+ consumare cibi secchi e insipidi (cracker, fette biscottate e grissini non salati, pane tostato), cibi ricchi di proteine e calorie, bevande leggere e non gassate (brodi, succhi di frutta, frappè). Evitare dolci, spezie, grassi, cibi fritti.
+ Preferire le verdure cotte a quelle crude.
+ Evitare di bere abbondantemente durante i pasti, ma bere lentamente sorseggiando liquidi durante l’intera giornata.
+ Anche infusi alle erbe, quali menta e zenzero possono aiutare a risolvere il problema se tollerati.
+ Prima della chemioterapia è consigliabile fare una colazione leggera o uno spuntino.
+ Dopo la seduta, invece, è preferibile aspettare almeno un’ora prima di mangiare o bere.
+ Durante il periodo del trattamento con chemioterapici i 3 pasti principali dovrebbero essere sostituiti da 5 o 6 pasti piccoli e spuntini (consumare i pasti possibilmente alla stessa ora e mangiare lentamente).
+ Siccome la chemioterapia lascia spesso in bocca un sapore metallico, mangiare con posate di plastica potrebbe aiutare a ridurre questo fastidio. Può essere anche d’aiuto provare cibi che di solito sono graditi.
+ Gli alimenti e le bevande andrebbero consumati tiepidi o freschi.
+ I cibi e le bevande con odori molto forti (caffè, pesce, aglio, cipolla…) andrebbero evitati e, soprattutto, è preferibile non stare in cucina ed annusare gli alimenti in fase di cottura.
+ Negli intermezzi tra un pasto e l’altro può aiutare mangiare un ghiacciolo o un po’ di gelato alla frutta. Anche le caramelle senza zucchero alla menta e/o alla frutta possono aiutare, eccezion fatta per quelle pazienti che presentano problemi alla bocca o alla gola.
+ La paura della chemioterapia può contribuire all’insorgere della nausea. Prima della seduta è bene aiutarsi con esercizi di rilassamento e di respirazione lenta. Leggere, ascoltare musica, guardare la TV o lavorare a maglia possono essere di aiuto.

Infiammazione della bocca (mucosite)
Durante il trattamento si può manifestare un’infiammazione della bocca e/o delle gengive: è quindi importante mantenere una buona igiene orale. Si consiglia di lavare i denti con uno spazzolino morbido e di tenere la bocca il più umida possibile, utilizzando dei collutori senz’alcool e bevendo regolarmente dei piccoli sorsi d’acqua. Se sono già presenti problemi ai denti o alle gengive è consigliata una vista dal dentista per risolvere la causa prima dell’inizio del trattamento. Anche se non ci sono particolari problemi, è consigliabile una visita di controllo dal dentista prima della chemioterapia. A volte si possono sviluppare delle ulcere (piaghe) o sensazione di bocca secca. In quest’ultimo caso possono essere utili gli spray orali.

Potrebbe essere d’aiuto:
+ pulire i denti con uno spazzolino morbido dopo i pasti
+ utilizzare un dentifricio non abrasivo
+ usare frequentemente burro cacao per le labbra ed evitare sostanze irritanti quali alcool e tabacco.
+ optare per cibi morbidi e umidi come zuppe, stufati o dessert cremosi
+ privilegiare alimenti e bevande tiepidi e freschi.
+ rinfrescare la bocca e le gengive con collutori specifici, non contenenti alcool
+ bere bevande frizzanti senza zucchero per rinfrescare la bocca
+ usare una cannuccia
+ evitare cibi croccanti, salati, molto piccanti, acidi o caldi

Alterazione del gusto
La percezione del gusto potrebbe cambiare nel corso della chemioterapia, rendendo i sapori più blandi o diversi. Alcuni farmaci possono conferire al cibo un sapore metallico. Mangiare con posate di plastica potrebbe aiutare a ridurre questo fastidio. Erbe, spezie o gusti forti possono ovviare al problema. Cibi dal sapore aspro, come pompelmo o ananas, potrebbero dare sollievo. È consigliabile assaggiare cibi diversi per individuare quelli più graditi.

Caduta dei capelli (Alopecia)
Si tratta di un effetto collaterale spesso inevitabile, ma quasi sempre reversibile e transitorio. Inizia a manifestarsi generalmente dopo 3 settimane dall’’inizio del trattamento chemioterapico. La ricrescita dei capelli inizia generalmente dopo sei/otto settimane dalla fine della cura e spesso ricrescono con un aspetto e una consistenza diversa.
La caduta dei peli interessa spesso anche altre zone del corpo: viso (ciglia, sopracciglia), braccia, gambe e zona pubica.

Nel caso si abbiano capelli lunghi, può essere utile tagliarli prima o subito dopo l’inizio del trattamento. Questo può ridurre l’impatto del cambiamento legato alla caduta dei capelli.
Per affrontare il cambiamento, può risultare utile parlare anticipatamente della caduta dei capelli in famiglia e/o con gli amici, e in particolare con i bambini.
Può essere di supporto anche confrontarsi con altre donne che hanno già vissuto questa esperienza.
Possono essere scelti diversi tipi e modelli di copricapo che aiutino a sentirsi maggiormente a proprio agio: cappelli, foulard, bandane, sciarpe, cuffie, oppure si può prevedere l’utilizzo di una parrucca.
È consigliabile l’acquisto della parrucca in saloni specializzati, dove è offerta una consulenza specialistica oppure presso la propria parrucchiera di fiducia. Le parrucche possono essere confezionate con capelli naturali o con fibre sintetiche. Queste ultime sono spesso consigliate in quanto meno costose e più facili da gestire.
Per ulteriori informazioni rivolgersi al personale curante.

Problemi urinari
È importante assumere molti liquidi durante il trattamento chemioterapico, in quanto questi farmaci possono irritare le pareti della vescica. Bisogna informare il proprio medico di fiducia oppure l’infermiera addetta alla chemioterapia se si avvertono irritazioni o dolore al momento di urinare.

Stitichezza
La stitichezza potrebbe manifestarsi quale conseguenza di un minor consumo di bevande e cibi, dovuti p. e. a nausea e/o vomito, di una ridotta attività fisica e dell’assunzione di alcuni farmaci (per es. per combattere la nausea) o chemioterapici.

Cibi ricchi di fibre, come quelli qui indicati, possono essere d’aiuto:
+ pane integrale
+ cereali ad alto contenuto di fibre a colazione
+ fagioli e lenticchie
+ frutta fresca ed essiccata
È inoltre utile bere molto (almeno 2 litri di liquidi al giorno) e praticare movimento fisico ogni giorno.

Diarrea
Occasionalmente, alcuni farmaci chemioterapici provocano diarrea, che nei casi più severi può portare a disidratazione. In caso di diarrea è importante informare il medico di fiducia o l’ospedale dove ci si sottopone alla chemioterapia. In alcuni casi è necessario somministrare liquidi in vena.

In caso di diarrea, si consiglia quanto segue:
+ ridurre l’assunzione di fibre
+ consumare porzioni ridotte di frutta e verdura
+ assumere molti liquidi

Stanchezza persistente
Spossatezza e sfinimento, che spesso non passano nemmeno con il riposo o il sonno e possono influire sulla vita di tutti giorni sia da un punto di vista fisico che emotivo. Sono un effetto collaterale abbastanza comune nel trattamento del tumore al seno e possono persistere per settimane o mesi dopo la conclusione del trattamento.

Comunicare al proprio medico e all’infermiera come ci si sente perché ci sono modi per affrontare e trattare la spossatezza con, ad esempio, somministrazioni di ferro in caso di anemia.
Programmare, se possibile, poche attività nell’arco della giornata e prevedere riposo sufficiente tra le attività quotidiane.
Fare esercizio fisico leggero ogni giorno, come ad esempio camminare.
Usare tecniche di rilassamento per alleviare la tensione e riacquistare energia.
Bere molti liquidi. Approfittare al meglio dei momenti in cui si sente appetito, scegliendo alimenti sani e ad alto contenuto calorico, che diano energia.
Valutare la possibilità di un sostegno psicologico che può aiutare a gestire lo stress, l’ansia e a stimolare nelle pazienti una reazione di adattamento alla nuova condizione.

Gli anticorpi attaccano direttamente le cellule tumorali, alcuni di loro possono aggredire direttamente la cellula tumorale attivando una serie di eventi all’interno della cellula stessa che portano alla sua autodistruzione. Alcuni vengono legati a un farmaco chemioterapico per trasportarlo direttamente alle cellule tumorali evitando l’effetto distruttivo sulle cellule sane.
Legandosi a cellule tumorali e a cellule immunitarie, alcune terapie utilizzano la combinazione di due anticorpi monoclonali, uno rivolto alla cellula tumorale e uno rivolto a una specifica cellula del sistema immunitario. Questa combinazione può aumentare l’efficienza dell’attacco del sistema immunitario alle cellule tumorali.

Gli anticorpi monoclonali sono somministrati per via endovenosa.
In generale, la terapia con anticorpi monoclonali comporta meno effetti indesiderati rispetto ai trattamenti chemioterapici tradizionali, sebbene alcuni possano essere anche gravi.

Effetti collaterali più comuni sono:

  • reazioni allergiche
  • sintomi simili all’influenza
  • nausea
  • diarrea
  • ipotensione
  • eruzioni cutanee

Gli effetti collaterali gravi, ma rari, della terapia con anticorpi possono includere:

  • reazioni all’infusione
  • anemia
  • problemi cardiaci, alcuni anticorpi aumentano il rischio di ipertensione, insufficienza cardiaca e attacchi cardiaci
  • problemi polmonari
  • emorragie

Il rapporto rischi-benefici di ciascuna terapia va discussa con il proprio medico. Per escludere qualsiasi fattore di rischio prima del trattamento si consiglia di controllare la funzione polmonare e cardiaca.